“Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand’era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Uscì allora Simon Pietro insieme all’altro discepolo, e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette (…) La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore”. (Gv 20, 1-8. 19-20)
Nel giorno della Pasqua -la prima in assoluto- sono tante le persone che si muovono, che corrono, che vanno ad annunciare l’avvenimento grandioso della Tomba vuota, il movimento è segno di vita, di entusiasmo, di gioia. I segni della Pasqua. In questo tempo che ci interroga così tanto, attendo il momento in cui potremo dire di aver vinto questo ospite indesiderato. E continuamente mi torna in mente una scena di quando ero bambino, in Piazza dell’Unità a Bologna. Capitava che si giocasse a nascondino, e uno a uno si veniva trovati da chi doveva contare e cercare gli altri giocatori, e bisognava stare fermi ad aspettare. Con un particolare: l’ultimo poteva salvare tutti, toccando l’albero “della conta” e urlando fortissimo: “Pace libera tutti!”. E così tutti erano liberi davvero. Ecco, io penso che arriverà il momento in cui capiterà proprio così. Allora tutti torneremo a darci la mano, ad abbracciarci, a darci un bacio sulla guancia quando vogliamo manifestare l’amicizia e l’affetto più forte. E potremo assaporare il gusto di questi semplici gesti, che rischiano sempre di essere vissuti con superficialità. Ma attenzione! Colui che ci salva, nel senso del termine, è il Risorto! È Lui che dice “Pace a voi” e ci libera tutti, ci libera nell’anima, ci libera per essere pieni di gioia, per sempre. Auguri di una Santa Pasqua.
Don Elio Cesari